Dal 22 al 25 febbraio 2018

Orari: da giovedì a sabato ore 21  – domenica ore 16,00

 

QUELLO CHE NON HO

canzoni di Fabrizio De Andrè

 

con Neri Marcorè

Giua, Pietro Guarracino e Vieri Sturlini voci e chitarre

 

arrangiamenti musicali  Paolo Silvestri

collaborazione alla drammaturgia Giulio Costa

scene e costumi Guido Fiorato

luci Aldo Mantovani

drammaturgia e regia Giorgio Gallione

 

dedicato a Pier Paolo Pasolini

 

Quello che non ho è un affresco teatrale che, utilizzando la forma del teatro canzone, cerca di interrogarsi sulla nostra epoca, in precario equilibrio tra ansia del presente e speranza del futuro.

Ispirazione principale di questo percorso sono le canzoni di De Andrè (in particolare del concept album “Le nuvole”) e le visioni lucide e beffarde di Pier Paolo Pasolini, apocalittiche, visionarie profezie (contenute nel poema filmico “La rabbia”) che raccontano di una “nuova orrenda preistoria”, che sta minando politicamente ed eticamente la società contemporanea.

Ci serviremo per questo di storie emblematiche, quasi parabole del presente, che raccontano (anche in forma satirica) nuove utopie, inciampi grotteschi e civile indignazione. Storie di sfruttamento dell’uomo e dell’ambiente, di esclusione, di ribellione, di guerra, di illegalità, rileggendole col filtro grottesco, ghignante e aristofanesco, che De Andrè ha utilizzato ne “Le nuvole”.

 

Come può un artista, un intellettuale, raccontare a chi non l’ha vissuto cosa è stato il nostro tempo? Una volta chiesero a un direttore d’orchestra, Furtwangler: “Quanto dura il concerto di Mozart che lei dirigerà stasera?” E il direttore rispose: “Per lei dura quarantadue minuti… per chi ama la musica dura da 300 anni!”

Stiamo producendo orrori e miserie, ma anche un tempo fatto di opere meravigliose, quadri, musica, libri, parole. Eredità e testimonianza della civiltà umana sono le frasi di Leonardo “seguiamo la fantasia esatta”, di Mozart “siamo allievi del mondo”, di Rameau “trovo sacro il disordine che è in me”, di Monet “voglio un colore che tutti li contenga”, di Fabrizio De Andrè “vado alla ricerca di una goccia di splendore”, fino alle utopiche provocazioni di Pasolini “è venuta ormai l’ora di trasformarsi in contestazione vivente”.

 

Nelle ultime stagioni Neri Marcorè ha molto frequentato il teatro musicale, esplorando tra l’altro Gaber e i Beatles e costruendo spettacoli che guardano sia al teatro civile che alla bizzarra giocosità del surreale.

Con Quello che non ho siamo di fronte a un anomalo, reinventato esempio di teatro canzone (sostenuto e arricchito in scena da tre chitarristi/cantanti dal talento virtuosistico) che, ispirandosi a due giganti del nostro recente passato (De Andrè e Pasolini) prova a costruire una visione personale dell’oggi. Un tempo nuovo e in parte inesplorato in cerca di idee e ideali.

 

Un ringraziamento a Stefano Benni, Massimo Bubola, Francesco De Gregori, Ivano Fossati,

Mauro Pagani, Michele Serra e Fondazione De Andrè.

 

 

Le canzoni di Fabrizio De Andrè presenti nello spettacolo sono:

 

Se ti tagliassero a pezzetti (De Andrè _ Bubola)

Una storia sbagliata (De Andrè – Bubola)

Ottocento (De Andrè – Pagani)

Don Raffaè (De Andrè – Pagani- Bubola)

Quello che non ho (De Andrè – Bubola)

Khorakhanè (A forza di essere vento) (De Andrè – Fossati)

Smisurata preghiera (De Andrè – Fossati)

Dolcenera (De Andrè – Fossati)

Volta la carta (De Andrè – Bubola)

Canzone per l’estate (De Andrè – De Gregori)